Il nostro Paese più bello che muore su quel Boeing in Africa. Persone che dedicavano la vita alla ricerca e per gli altri. Il “Bel Paese”. Quello che non odia ma che ama. La nostra Italia migliore
Otto vittime, tutte dirette a Nairobi dove avrebbero partecipato alla conferenza sul clima organizzata dalle Nazioni unite.
La nostra migliore gioventù perduta per un difetto (forse) del software del 737.
Tra le vittime c’era Maria Pilar, romana, 30 anni da poco compiuti, con una voglia matta di vivere, viaggiare e soprattutto aiutare quei popoli in difficoltà, cercando di intraprendere una carriera diplomatica.
Maria Pilar si era laureata prima a “Roma Tre” per poi specializzarsi alla Luiss in Relazioni internazionali con 110 e lode.
Dopo un master di preparazione alla carriera diplomatica, ha lavorato per quasi quattro anni al World Food Programme dell’Onu. Era stata consulente anche per l’associazione di studio, ricerca e internazionalizzazione in Eurasia e Africa, e volontaria con il gruppo di Medici Senza Frontiere.
Nel suo profilo Facebook foto allegre e spensierate, un sorriso spiazzante e sincero. Nessuna autocelebrazione per quello che faceva, traspare l’idea di una ragazza che per natura faceva del bene e che aveva un sogno: un mondo migliore.
Aveva dedicato la sua vita a questo scopo e proprio in quella terra è morta, cadendo da un aereo impazzito. Perduta per un destino incomprensibile. E più pazzo di quell’aereo maledetto.
Il mio dolore e il mio pensiero alla sua famiglia e alle altre famiglie che piangono questi eroi silenziosi. E veri.
Mauro Valentini
Ecco il comunicato ufficiale della WORLD FOOD PROGRAMME, l’organizzazione con cui collaborava Maria Pilar insieme alle altre giovani vite perdute.
dichiarazione del direttore esecutivo del world food programme – David Beasley
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