È di queste ore la notizia del coinvolgimento nelle indagini per la scomparsa della piccola Kataleya, dello squadrone dei Cacciatori di Calabria. Il corpo è specializzato nella lotta al crimine organizzato, ed è stato chiamato in quel mostro di cemento una volta l’hotel Astor a Firenze, per un ultimo decisivo tentativo di trovare tracce della bambina.
O di trovare il suo cadavere?
Il sospetto infatti è che Kata non sia mai uscita da quel luogo dove l’hanno costretta a vivere i suoi pochi anni di vita. Troppo complicato portarla via secondo gli inquirenti. Troppo difficile per tutti, anche per chi avesse carpito la fiducia della bimba.
Kata dunque non può esser andare lontana. Tutto porta a una tragica e immediata fine della bambina dentro quel luogo
Che non doveva esser abitato e che non solo lo era, ma era anche oggetto di commercio e di violento conflitto tra le varie comunità extracomunitarie.
In quell’ambito malavitoso, dunque, in quel non luogo colpevolmente lasciato dalla Procura di Firenze e dal Prefetto senza vigilanza e senza legge che tutto si è compiuto. E non possono esser molti i sospettati.
Non Può esser stato un mostro venuto da fuori, lo avrebbero notato i tanti abitanti di quel luogo.
Non può esser una vendetta contro il padre, lontano come appare dall’esser un uomo dall’alto profilo criminale.
Non può esser un rapimento, perché le occasioni per prendere la piccola sarebbero state numerose fuori dall’edificio, non dentro.
Chi l’ha presa lo ha fatto dentro l’hotel dunque.
E chi lo ha fatto ha avuto tanta fortuna. Finora.
E a rilegger le risultanze delle indagini fatte in questo tempo trascorso, è qualcuno che è certamente in quelle carte.
Questo pensano gli inquirenti.
Questo pensano ormai tutti anche chi fino a ieri sperava in una soluzione positiva.
E voi che ne pensate?
Mauro Valentini
Foto La Nazione – Repubblica
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