Una trasmissione: Crimini e Criminologia (andata in onda domenica 12 giugno) completamente dedicata al Caso Orlandi. Uno studio, quello di Cusano TV. Un giornalista, Fabio Camillacci, che conduce e che conosce benissimo tutta la vicenda per arguzia e vicinanza alla famiglia Orlandi e al fratello Pietro.
Pietro Orlandi, simbolo vivente di una battaglia per la verità che manca da troppo tempo.
Pietro Orlandi, che è negli studi ospite di Camillacci, insieme alla sua avvocata Laura Sgrò. Una presenza la loro, che, si comprende dal primo minuto di trasmissione non sarà solo “presenza” e ricordo. No, perché Pietro ha urgenza di narrare ancora. Dopo 39 anni, con la stessa energia e precisione chirurgica. Raccontare l’enorme assurdità di questo intrigo Vaticano che ha portato via quel 22 giugno 1983 sua sorella Emanuela.
L’occasione è data dall’annuncio dell’annuale Sit-in che si terrà mercoledì 22 giugno dalle 18:00 sotto Castel Sant’Angelo, in largo Giovanni XXIII, un incontro dal titolo inequivocabile: “Il Papa deve consegnare la verità alla Giustizia”.
La verità, quella che tutti aspettano da 39 anni: “che potrebbe esser vicina” dice Pietro dai microfoni di Cusano TV.
Ma quali sono questi elementi, che Camillacci definisce senza girarci attorno: “rivelazioni”?
Laura Sgrò spiega: “Papa Francesco a febbraio ha dato riscontro a una mia lettera, concordata con Pietro. Una lettera in cui noi abbiamo indicato uno scenario possibile dopo alcune rivelazioni di personaggi importanti in Vaticano. E Francesco ha risposto scrivendoci in sostanza: condividete con l’ufficio del promotore di Giustizia in Vaticano le informazioni che avete. Noi lo abbiamo fatto subito, ma al momento nessuno ci ha risposto. E sono già passati cinque mesi”.
Occorre dire che il Papa ci ha messo nove anni per rispondere in senso compiuto, e finalmente, dopo quella sua frase sussurrata a Pietro e alla mamma di Emanuela quella mattina quando, appena insediatosi, incrociandoli davanti la chiesa di Santa Marta. “Emanuela sta in cielo” aveva detto. Salvo poi, escludere e divincolarsi da ogni possibile richiesta di chiarimento. Almeno finora.
Già perché ora, la sua risposta e l’invito a procedere, sembra una apertura importantissima. Ma che ancora dopo cinque mesi non ha avuto un seguito. Neanche dopo il sollecito del Papa? Possibile che neanche Francesco abbia il potere di aprire la strada alla verità?
Laura Sgrò non ha nascosto la propria delusione: “Noi abbiamo mandato subito richiesta alla Cancelleria del Tribunale del Vaticano. Subito. Dando disponibilità a un incontro. Ma al momento nessuno ci ha contattato. Il Papa ha detto che è sua volontà che questo avvenga eppure…ancora nulla.”
Ma quali sono gli elementi a disposizione?
Pietro non vuole fare nomi, ma i nomi li ha. E ha anche elementi importanti e decisivi, che però, dice: “Vorrei farli a loro e verbalizzare il tutto davanti alla Giustizia del Vaticano, così da doverli finalmente costringerli a indagare al loro interno e interrogare le persone che sanno”.
Evidentemente la fonte è di quelle autorevoli. Pietro è sicuro e non si può dubitare certo della sua valutazione e di quella della sua avvocata. Loro conoscono bene gli intricati meandri di quello Stato. Loro sanno quanto forte potrebbero essere certe rivelazioni.
Ma possibile che ci sia qualcuno che non dia riscontro a una volontà del Papa?
Cosa ancora c’è da omettere sul caso? Cosa nascondono, e cosa c’è da nascondere intorno a una vicenda sempre volutamente tenuta sotto silenzio dal Vaticano, ma che evidentemente crea da quel giorno preoccupazione e imbarazzo?
Il centro delle rivelazioni di cui Pietro è venuto a conoscenza, ruotano tutte attorno a quel Cimitero Teutonico e alle tombe che sono state aperte tre anni fa. Sembrava una vicenda poco importante, o meglio, certamente si avevano meno speranze rispetto all’esplorazione della tomba di De Pedis dentro Sant’Apollinaire, ed in effetti così è stata lasciata passare. Ma non secondo le fonti con cui è venuto a contatto Pietro. Persone che evidentemente conoscono molto bene cosa c’è dietro quelle tombe, trovate vuote ma con una intercapedine e una stanza sotterranea realizzata in cemento armato, stanza quindi moderna dato il materiale utilizzato e forse centro esatto di quello che Michel Maritato, presidente di Assotutela e ospite della trasmissione ha definito senza mezzi termini: “l’ombra più oscura tra i misteri italiani”.
Pietro però non ha parlato solo di queste fonti importanti: Pietro è tornato alla dichiarazione del giudice Capaldo. E all’incontro che egli ebbe nel 2012 con alte personalità del Vaticano, quando Papa era Ratzinger. Pietro ha riportato ancora una volta il racconto del giudice, che ebbe la conferma che una soluzione sarebbe stata possibile, e che gli uomini del Vaticano avrebbero potuto far ritrovare il corpo.
“Una ammissione chiara e palese di esser a conoscenza dei fatti. Che però ha portato il Giudice Pignatone, capo della Procura di Roma, a togliere l’inchiesta a Capaldo. E poi subito dopo ad archiviare tutto. E la ciliegina sulla torta è arrivata da poco, quando Pignatone, finito il suo mandato, è stato nominato da Papa Francesco capo del Tribunale del Vaticano. E quindi, ora, per chiedere nuove indagini, dovremo chiedere pensate un po’, nientemeno che a Pignatone!”
Pietro è preciso e duro come sempre: “Io sono sicuro che la verità sta in Vaticano. Io ho visto messaggi e ho letto cose terribili. Che se verbalizzassi poi li costringerebbe a fare azioni inequivocabili.”
La soluzione quindi è nel Cimitero Teutonico?
L’avvocata Sgrò è sicura: “Da quel cimitero non ci dobbiamo spostare. Abbiamo indicato una tomba nello specifico, e su quella occorrerebbe indagare per comprendere se c’è traccia di Emanuela. Sotto quella tomba c’è quella stanza in cemento. E le fonti che abbiamo, che specifico esser non anonime come qualcuno ha detto, ma solo coperte da segreto, ci portano a credere che siamo finalmente nel posto giusto”.
Laura Sgrò quindi, guardando la telecamera, ha rivolto un appello al Cardinale Re, che era un personaggio apicale negli anni della scomparsa di Emanuela. Ed è uno dei possibili protagonisti ancora in vita. Un cardinale che ha dichiarato addirittura che di Emanuela lui non sa nulla e che quello che sa lo ha ascoltato e letto dalle Tv e dai giornali. Eppure lui, all’epoca era assessore agli affari generali: “Cardinale, è impossibile che lei non sappia nulla. Io sono qui, pronta ad ascoltarla. Ci dica quello che sa.”
Mauro Valentini
LA TRASMISSIONE INTEGRALE :
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