Mauro Valentini

Scrittore & Giornalista

Il caso Davide Cervia diventa un libro

 

Valentino Maimone racconta il calvario lungo 30 anni di una famiglia perbene alla ricerca della verità

 

Ci sono storie che ti entrano dentro e che una volta che le hai conosciute attraverso gli occhi di chi le ha vissute e subite non ti abbandonano più.

Anni fa ho avuto la fortuna di conoscere la famiglia Cervia: Marisa, la moglie di Davide, i loro due figli e Alberto Gentile, papà di Marisa, colonna portante e memoria storica di quel calvario che è stato l’iter processuale e di ricerca vana di quell’uomo buono che era Davide Cervia.

Una scomparsa assurda, un intrigo internazionale a cui nessuno a voluto credere o peggio ha fatto finta di non credere, lasciando alla deriva in una lotta impari e ingiusta una moglie e due figli rimasti senza marito e padre. Questo è stato il percorso di chi è rimasto a casa a cercare. Un percorso condito di depistaggi, telefonate minacciose e finanche attentati.

La copertina del libro

Un calvario che Valentino Maimone, collega giornalista e scrittore ha voluto raccogliere tutto in un libro di fresca uscita ma che già ha avuto un’eco mediatico importante, tanta è ancora evidentemente la rabbia e la passione che la gente comune prova per il destino ingiusto di Davide, Un brav’uomo che aveva soltanto la colpa di esser stato un militare, di aver servito la marina con passione e con lealtà e di aver conosciuto proprio in funzione di quel lavoro dei sistemi missilistici che forse sarebbe stato meglio non conoscere.

 

Il libro dal titolo : “Il caso Davide Cervia – trent’anni di depistaggi e omissioni per coprire una verità indicibile” (in vendita solo su Amazon) raccoglie proprio tutti i documenti e le vicende che sono accadute dal quel maledetto 12 settembre 1990 quando Davide fu rapito con violenza davanti al cancello della sua villetta a Velletri, fino a oggi. Un lavoro certosino e pieno di risultanze anche inedite che si legge d’un fiato ed è come uno schiaffo sul volto dello Stato che Davide ha servito prima con la divisa e poi come semplice cittadino onesto lavoratore.

Maimone restituisce giorno dopo giorno questa vicenda tenebrosa esplorandone sia la parte giudiziaria che quella umana, con un ritmo avvincente e sofisticato.

 

Un libro che si apre con la prefazione scritta dal mio compianto amico Sandro Provvisionato, grande Maestro di giornalismo di inchiesta, che con la lucidità che lo ha sempre contraddistinto scriveva descrivendo l’inerzia e i depistaggi operati dagli uomini che avevano il dovere di ritrovare Davide: “Da loro nessuna collaborazione, perché la verità non è prevista nei manuali operativi. Il dovere e la lealtà non si insegna nelle scuole di guerra.”  

E a Maimone ho chiesto quale fosse per lui l’elemento più evidente che dimostra che quello fu un rapimento, dato che le autorità in un primo momento avevano evidentemente con cinico calcolo trattato come allontanamento volontario: “Ci sono due testimoni oculari che si confermano l’uno con l’altro: il vicino di casa e l’autista dell’Acotral. Il primo descrive il sequestro nei dettagli, parla di Davide cloroformizzato e portato via con la forza in auto, ricorda addirittura il numero delle persone coinvolte in quell’operazione; il secondo ricorda l’auto (marca, colore, addirittura caratteristiche somatiche delle persone alla guida e nei sedili posteriori) che gli tagliò la strada uscendo dal vialetto che porta a casa Cervia per poi dileguarsi a tutta velocità.”

Perché quindi Davide è stato rapito? Quale è stato il suo destino? La risposta di Maimone è drammaticamente semplice:  “Davide è stato venduto a un Paese straniero come un pacchetto” “chiavi in mano”, con una partita di quegli armamenti che solo lui sapeva far funzionare e per i quali solo lui avrebbe potuto formare il personale militare sul posto.” 

Scomparso dunque perché indifeso e perché capace di fare quello che era diventato ormai il suo ex lavoro. Un lavoro che gli aveva dato soddisfazioni ma che lui aveva lasciato per amore, per Marisa e per quei suoi due angeli che lo hanno avuto come papà e che lui non ha potuto veder crescere perché una maledetta mano lorda di sangue ha deciso che lui serviva come un manuale di istruzioni vivente per azionare macchine costruite per uccidere.

 

La memoria del destino di Davide Cervia ora è tutta in questo libro. A futura memoria, come solo i libri sanno restituire.

Mauro Valentini

per informazioni e acquisto : https://www.amazon.it/caso-Davide-Cervia-depistaggi-indicibile/dp/B08HG7TX86/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=davide+cervia&qid=1605102681&sr=8-1

 

 

 

La lezione di Sandro Provvisionato

Nel ricordo del grande giornalista scomparso un incontro dal titolo: Il Giornalismo Consapevole

L’indipendenza dai poteri, che non sempre sono visibili, la responsabilità del mestiere come impegno civile. L’approfondimento, la ricerca delle fonti e lo studio. La memoria. La conservazione dei documenti. Conservare il passato per renderlo accessibile e riflettere sul presente.

Questi i temi che verranno trattati nell’incontro dedicato a Sandro Provvisionato, Maestro e amico carissimo a due anni dalla sua scomparsa.

La Locandina del convegno

IL GIORNALISMO CONSAPEVOLE, questo il titolo dell’incontro che si svolgerà il 23 novembre alle 18 presso l’Auditorium Sirena di Francavilla al Mare. Occasione che, patrocinata dal Comune della cittadina adriatica, coinvolgerà, nel ricordo e nella lezione lasciata da Sandro, grandi firme dell’informazione che si confronteranno con il pubblico su un tema quanto mai attuale in questi tempi dove la divulgazione delle news via social e la precarietà mette in serio pericolo un mestiere fondamentale nell’equilibrio tra potere e società civile.

Interverranno:

PRIMO DI NICOLA, senatore, giornalista dell’Espresso, già direttore del Centro. Il giornale d’Abruzzo, che aprirà l’incontro con una riflessione sul futuro del giornalismo.

ENRICO MENTANA, direttore del TG la7, fondatore di OPEN, il giornale ONLINE, parlerà della sfida di un quotidiano fatto direttamente sul web da giovani, ma non solo per i giovani

SABINA FEDELE E ANNA MIGOTTO, giornaliste televisive e inviate di cronaca nazionale e internazionale, parleranno del giornalismo di inchiesta, attraverso l’esperienza de settimanale Terra! Hanno scritto e diretto il docu-film ora presentato #Anne Frank, Vite parallele.

CLAUDIO LAZZARO, giornalista, regista di documentari politici indipendenti, inviato di guerra, che metterà in evidenza, come in pace e in guerra, il giornalista indipendente deve “combattere” per la libertà di informazione.

L’onorevole GERO GRASSI, che ha fatto parte della Commissione Parlamentare Moro 2, ha studiato e approfondito il caso che ha cambiato l’Italia, come impegno civile.

ILARIA MORONI, che è direttrice dell’Archivio Flamigni, che acquisirà il materiale di Studio e ricerca di Sandro Provvisionato, fondatore e direttore del sito MISTERI D’ITALIA, l’archivio storico-giornalisti che raccoglie documentazione sulle vicende più oscuri dell’Italia repubblicana.

Coordina l’incontro STEFANIA LIMITI, giornalista e scrittrice che ha scritto insieme a Sandro Provvisionato diverse pubblicazioni.

Appuntamento quindi per sabato 23 novembre alle ore 18 Auditorium Sirena di Via Aldo Moro a Francavilla al Mare.

(per informazioni Laura Lisci 335.6495222)

Mauro Valentini

Presentazione a Roma del libro di Sandro Provvisionato : IL CASO LAVORINI

50 anni fa. Il tragico rapimento che sconvolse l’Italia.

«Nel lanciare le loro accuse, gli imputati del caso Lavorini sanno di far piacere all’opinione pubblica, sanno di obbedire a una necessità di odio dell’opinione pubblica.»

Pier Paolo Pasolini

Il racconto incalzante di un caso politico che ha rappresentato l’alba della strategia della tensione in Italia.

Cinquant’anni fa, nell’anno della strage di piazza Fontana, il caso Lavorini apre il sipario della storia più nera della nostra repubblica.

Confessioni false, infinite ritrattazioni, veri e propri linciaggi, una storia incredibile

che ha infiammato gli istinti più primitivi dell’opinione pubblica trasformandosi in poche ore in una spietata caccia al mostro.

Solo dopo anni, la cornice politica del rapimento inizia a emergere: «Il fatto fu preparato durante le riunioni nella sede del Fronte monarchico.

Con i soldi del riscatto si dovevano comperare degli esplosivi che sarebbero poi serviti per compiere una serie di attentati».

È l’anno di piazza Fontana, la fine dell’innocenza. Forse un filo nero attraversa i fatti, un filo nero che in molti hanno preferito non vedere.

Sandro Provvisionato (1951-2017) è stato direttore di Radio Città Futura, capo dei servizi parlamentari e della redazione politica dell’Ansa, inviato speciale e vicecapo della redazione romana del settimanale «L’Europeo», capo della cronaca al Tg5. Per questa testata ha diretto anche la redazione inchieste, è stato conduttore del telegiornale della notte e inviato di guerra (in Kosovo, Libano, Iraq); dal 2000 al 2012, coautore e curatore del programma televisivo Terra!, di cui è stato anche conduttore. Ha fondato e diretto il sito misteriditalia.it, un archivio storico-giornalistico sulle vicende più oscure dell’Italia repubblicana. È autore di libri importanti sul caso Moro, la strategia della tensione, i tanti casi italiani irrisolti, tra i quali ricordiamo, con Chiarelettere: «Doveva morire» (2008), «Attentato al papa» (2011), scritti con il giudice Ferdinando Imposimato ee«Complici», con Stefania Limiti (2015). Questo libro è stato consegnato all’editore poco prima della sua morte, avvenuta alla fine di ottobre del 2017.

 

Il caso Lavorini – Quell’omicidio che accompagnò l’Italia nel baratro delle stragi

Il Maestro Sandro Provvisionato ci lascia un racconto perfetto del tragico rapimento che 50 anni fa sconvolse il Paese

Quando ci incontrammo per l’ultima volta, ero a un passo dal completare la bozza del mio libro sul caso Marta Russo. Avevo bisogno di un suo consiglio e di una pacca sulla spalla, e lui mi ascoltò con pazienza e con quel sorriso bonario seminascosto dalla barba che lasciava presagire sempre qualche rivelazione importante. Due colpi di penna, la sua, e tutto mi apparì più chiaro. Poi, nel momento di alzarsi dal tavolino del bar dietro piazza della Minerva, mi disse quasi sovrappensiero: «Ho iniziato un percorso narrativo per raccontare quei tanti, troppi misteri insoluti di questo Paese. E partirò dal caso Lavorini. Lo conosci?» «No Sandro. Non lo conosco.» «Allora perfetto, così la sorpresa sarà più grande.» Fu l’ultima volta che lo vidi. Ci avrebbe lasciato poche settimane dopo.

Edizioni Chiarelettere

E ora che è uscito il suo libro postumo: Il caso Lavorini – Il tragico rapimento che sconvolse l’Italia (Chiarelettere) ho capito perché quello era per lui un caso da cui partire. Quel rapimento posticcio, violento e senza nessuna pietà, preparato da un gruppo di delinquenti con la passione per la politica reazionaria, era stato la scintilla di un’escalation di violenza che poi porterà ai grandi, tragici fatti di quell’anno e dei dieci successivi.

Ma soprattutto, ritengo che a un Maestro come Sandro Provvisionato non poteva non colpire l’uso strumentale e politico che di quella tragica morte fu operato da chi, a colpi di dileggio, rovinò per ragioni politiche tante figure che uscirono, senza colpa alcuna, ferite a morte nell’anima e anche nel corpo.

Perché il “caso Lavorini” aprì il sipario sulla storia più nera della nostra Repubblica. Confessioni false, infinite ritrattazioni, veri e propri linciaggi, una storia incredibile che ha infiammato l’opinione pubblica che, stordita da notizie che si rincorrevano senza senso, trasformava in poche ore persone rispettabili in mostri, con la complicità di inquirenti che, invece di cercare il male, ebbero un ruolo preciso nell’intorbidire la verità. Che pure era lì a portata di mano.

Come Provvisionato spiega nel libro, tracciando un quadro d’insieme che non fa sconti, tutto si trasformò in una caccia alle streghe, travolgendo le vite di tanti innocenti imputati per un presunto delitto sessuale, smentito dai fatti. Giudici e forze dell’ordine restarono per anni in balia di un manipolo di minorenni che impunemente cambiarono mille volte versione, facendo nomi e cognomi che non c’entravano nulla e che vennero tirati dentro un tritacarne giudiziario e mediatico senza precedenti. Un secondo caso Montesi, quasi una fotocopia, un “metodo” su come si possa cavalcare una tragedia per rovinare innocenti.

Sandro Provvisionato

Solo dopo anni, la matrice politica del rapimento emerse: Il Fronte monarchico locale aveva arapito quel bambino per chiederne un riscatto, utile ad acquistare degli esplosivi che sarebbero poi serviti per compiere una serie di attentati. Era il 1969. Piazza Fontana era vicina, e con essa la fine dell’innocenza, se mai questa Repubblica sia stata mai innocente.

Un libro bellissimo, lucido e puntuale, scritto da una delle penne migliori del giornalismo italiano. Scritto da un Maestro. Scritto da Sandro.

«Nel lanciare le loro accuse, gli imputati del caso Lavorini sanno di far piacere all’opinione pubblica, sanno di obbedire a una necessità di odio dell’opinione pubblica.» Così scriveva a proposito di quel delirio di dichiarazioni Pier Paolo Pasolini. Un delirio che in questo libro appare chiaro e ancora attuale.

Sandro Provvisionato (1951-2017) è stato direttore di Radio Città Futura, capo dei servizi parlamentari e della redazione politica dell’Ansa, inviato speciale e vicecapo della redazione romana del settimanale «L’Europeo», capo della cronaca al Tg5. Per questa testata ha diretto anche la redazione inchieste, è stato conduttore del telegiornale della notte e inviato di guerra (in Kosovo, Libano, Iraq); dal 2000 al 2012, coautore e curatore del programma televisivo Terra!, di cui è stato anche conduttore. Ha fondato e diretto il sito misteriditalia.it, un archivio storico-giornalistico sulle vicende più oscure dell’Italia repubblicana. È autore di libri importanti sul caso Moro, la strategia della tensione, i tanti casi italiani irrisolti, tra i quali ricordiamo, con Chiarelettere: «Doveva morire» (2008), «Attentato al papa» (2011), scritti con il giudice Ferdinando Imposimato, e «Complici», con Stefania Limiti (2015). Questo libro è stato consegnato all’editore poco prima della sua morte, avvenuta alla fine di ottobre del 2017.

Mauro Valentini